Diagnostica dell’infertilità di coppia
La valutazione diagnostica dell’infertilità deve essere condotta su entrambi i partners. Essenzialmente l’iter diagnostico inizia effettuando un’attenta anamnesi per valutare la presenza di eventuali patologie pregresse o presenti, che possono risultare determinanti per la fertilità della coppia.
I disordini dell’ovulazione sono alla base del 30-40% di tutti i casi di sterilità femminile. Per valutare la presenza di alterazioni a carico di questo delicato processo riproduttivo, è fondamentale eseguire un attento monitoraggio ecografico, abbinato a dosaggi ormonali seriati.
Sia nei cicli spontanei che in quelli stimolati, è possibile monitorare ecograficamente lo sviluppo follicolare e le modificazioni dello spessore endometriale. Questi dati, correlati con le variazioni ormonali, permettono di determinare l’eventuale presenza di alterazioni dell’ovulazione o l’insufficiente risposta della paziente a stimolazioni farmacologiche. In quest’ultimo caso è inoltre possibile modulare le dosi in relazione al quadro ecografico ed ormonale della paziente.
L’endometriosi è una patologia benigna ma insidiosa, caratterizzata dalla localizzazione in sedi atipiche di tessuto simile all’endometrio (tessuto che si sviluppa ciclicamente nell’utero e che sfalda dando le mestruazioni). Tali sedi sono soprattutto l’addome, le ovaie, l’area tra la vagina ed il retto, il tessuto di rivestimento della cavità peritoneale, l’intestino e, più raramente, in altre parti del corpo con conseguente sanguinamento interno, formazione di tessuto cicratiziale in loco, infiammazione e atri problemi medici tra cui la sterilità.
La diagnostica è basata sulla valutazione clinica, l’ecografia e soprattutto la laparoscopia con esame istologico dei tessuti prelevati. Il trattamento è chirurgico (chirurgia miniinvasiva) e farmacologico (ormonale e antidolorifico).
L’esecuzione del pap-test e della colposcopia è fondamentale per escludere la presenza di infiammazioni o di erosioni cervicali, che devono essere trattate al fine di garantire una maggiore protezione verso microrganismi che potrebbero ridurre la fertilità della donna. La presenza di un’ectopia cervicale, infatti, predispone la donna ad una maggiore probabilità di infezioni a carico del collo dell’utero. Inoltre, l’ectropion è spesso associato a sanguinamenti anomali che, al pari delle infezioni, potrebbero determinare un insuccesso durante l’esecuzione di tecnice di procreazione medicalmente assistita (transfert).
Questi due esami consentono anche di escludere la presenza displasie del collo dell’utero, che potrebbero evolvere nel corso della gravidanza.Infine, lo screening cervico-vaginale comprende l’esecuzione del tampone vaginale per la ricerca di batteri, miceti, Trichomonas Vaginalis, Neisseria Gonorrhoeae e del tampone cervicale per la ricerca di Mycoplasma e Chlamydia.